lunedì 24 febbraio 2014

Meatless Monday: Sosatie di Tempeh



Già che sono in ritardo di una settimana nel mantenervi la mia promessa, si fa di necessità virtù! Riciclo di nuovo una ricetta che ho incluso nella scorsa edizione di Bontât! Magari qualcuno di voi non l'ha ancora letta! :D Prometto che la prossima volta metterò una cosa fresca appena spadellata! ;)

Mentre qui siamo al gelo, quelli che abitano nell'emisfero sud stanno beatamente godendo il sole d'estate, magari facendo la grigliata in riva al mare! Prima o poi toccherà anche a noi, dai! Uno di questi paesi benedetti di un clima mite è il Sud Africa, dove il barbeque - il braai in Afrikaans - è una pratica molto diffusa. Una delle cose preferite dai Sudafricani da mettere sul braai sono i sosatie; degli spiedini al curry di carne di pecora o di agnello. In questa versione vegetariana ho usato il tempeh, conosciuto a volte come carne di soia. Per accompagnare il barbecue spesso si serve la mieliepap, una pappa di mais bianca che ricorda molto la polenta bianca nostrana.
Il nome Sosatie viene dalle parole indonesiane saus (salsa) e sate (spiedini). Si sospetta che sia stato, appunto, ispirato dagli spiedini di pollo che gli schiavi Giavanesi cucinavano. Gli Indonesiani, e successivamente altri lavoratori da altre parti del Sud Est Asiatico, sono stati portati dagli Olandesi in Sud Africa attraverso Cape Town nel 1600. Oggi giorno, i loro discendenti formano un grande gruppo etnico conosciuto con il nome Cape Malay, con riferimento alla lingua del ramo Malese che parlavano.

per 18 spiedini (6 porzioni)

500 gr tempeh al naturale*
36 albicocche secche
54 foglie di alloro
1 peperoncino rosso, privato dai semi e tritato (facoltativo)
1 cipolla, mezza tritata, mezza tagliata a spicchi
1 spicchio d'aglio, tritato
3 cm (30 gr) zenzero fresco, sbucciato e grattugiato
2 cucchiaini curry Madras
1 cucchiaino semi di coriandolo in polvere
1 cucchiaino curcuma in polvere
3 chiodi di garofano
100 gr marmellata di albicocche
Pepe nero, macinato fresco
Sale
Succo di 1/2 limone
125 gr yoghurt al naturale
Olio di arachidi

Fate rinvenire le albicocche in acqua calda per circa 30-60 minuti. Nel frattempo, tagliate il tempeh in grossi cubi di 3 cm circa e preparate la marinatura.
Stufate la cipolla, l'aglio e lo zenzero sulla fiamma dolce fino a quando saranno trasparenti. Unite il curry, il coriandolo, la curcuma, il pepe e i chiodi di garofano. Soffriggete per un paio di minuti fino a quando sentite il profumo.
Unite la marmellata e il succo di limone. Aggiustate di sale e cuocete per 1 minuto circa, solo fino a quando la marmellata sarà sciolta. Lasciate a raffreddare. Incorporate lo yoghurt alla salsa per ottenere una marinatura spalmabile.
Irrorate il tempeh, le albicocche e le cipolle a spicchi con il condimento. Lasciate a marinare per una notte, o almeno un paio di ore, in frigorifero in un contenitore ermetico. Questo tempo di riposo serve a far penetrare le spezie anche all'interno del tempeh e per dare il tempo allo yoghurt, soprattutto se usate la carne, di renderla più tenera.
Infilzate tre cubi di tempeh su ogni spiedino alternandoli con le foglie di alloro, la cipolla e le albicocche. Cuocete sulla griglia o su una bistecchiera con una fiamma dolce, girandoli di tanto in tanto, fino alla doratura. Servite accompagnati con il chutney di albicocche.

Blatjang (Chutney di albicocche)

50 gr albicocche secche
100 ml acqua calda
1 scalogno, tritato
1 peperoncino Calabrese/ Tailandese rosso
25 gr zucchero di canna
3 cucchiai aceto di vino bianco
3 chiodi di garofano
Sale

Togliete i semi dal peperoncino e tagliatelo a dadini minuscoli.
Fate rinvenire le albicocche nei 100 ml di acqua calda per circa 30 minuti. Tagliatele a pezzi piccoli e frullate assieme al liquido di ammollo fino ad ottenere una purea.
Versate in un pentolino assieme al resto degli ingredienti. Cuocete a fiamma dolce per 20-30 minuti, mescolando di tanto in tanto, fino ad avere una consistenza "marmellatosa".
Potete consumare il chutney subito o conservarlo in un barattolo sterilizzato. Riponete in frigorifero una volta aperto.

*Tempeh è un panetto di semi di soia sbucciati, precotti e fermentati di origine Indonesiana. Con l'aumento del numero delle persone che seguono la dieta vegetariana e vegana, ultimamente il tempeh si sta diffondendo sempre di più anche in Europa e si trova facilmente nel banco frigo dei negozi di alimenti biologici.
Essendo un alimento fermentato, tempeh è più facile da digerire rispetto ai semi di soia semplicemente cotti. Si presenta in forma di panetto compatto con l'erborinatura bianca tra i cicchi. Ha la stessa versatilità del parente tofu; assorbe divinamente i condimenti che gli diamo ma, in confronto, non si sfalda facilmente. Lo potete tagliare a fette o a cubi e, successivamente friggerlo, grigliarlo, cuocerlo al vapore o usarlo al posto della carne negli stufati e nei curry.

lunedì 3 febbraio 2014

Meatless Monday: Fideuá de Verduras



Ho riflettuto un pochino questo weekend. Conoscendomi, devo avere delle scadenze per mettermi a cucinare, fotografare e scrivere ricette per questo blog. Altrimenti tendo a tralasciarlo per altre cose che considero più urgenti: quelle che mi aiutano a pagare la rata dell'iPad per esempio! :p
Quindi, mi sono data una scadenza, ogni due lunedì posterò qui una ricetta senza carne, per sostenere l'iniziativa Meatless Monday o Meat Free Monday - Lunedì Senza Carne - che sta prendendo sempre più piedi nella blogosfera, soprattutto in quella Statunitense e Britannica. Farlo ogni lunedì mi sembra un po' troppo impegnativo! Andiamo per gradi direi, no? ;) Allora, a iniziare da quest'anno (di cavallo), cercherò di mantenere la promessa che, mal che vada, avrete due ricette vegetariane al mese. Potrebbe andare?

Bene, allora iniziamo con questa ricetta di fideuá de verduras che è già stata pubblicata nell'edizione invernale di Bontât. Cliccate pure il link accanto per sfogliare e scaricare gratuitamente le prime due edizioni di questa rivista ideata da Giulia e realizzata assieme ad altre amiche blogger: Alessandra, Chiara, Micaela e Valentina, delle quali ho parlato più volte in occasione degli eventi Friuli DOC e Ein Prosit.

Fideuá è un piatto tipico della zona costiera Valenciana, più precisamente della città di Gandía, dove tutt'ora gli è dedicato un concorso annuale. Prende il nome dalla parola fideu che vuol dire pasta o vermicelli in Valenciano. I vermicelli sono cotti in una padella piatta e larga con un bordo basso che si chiama paellera, la stessa che si usa, appunto, per fare la più famosa paella. Anche il procedimento della preparazione è il medesimo.
Su dice che la fideuá fu creata negli anni 30 dalla disperazione di un cuoco di bordo, Gabriel Rodríguez Pastor, e del suo aiutante, Juan Bautista Pascual. Al loro patron piaceva molto arroz a banda (riso cotto con il brodo di pescato, simile alla paella) che solitamente gli preparavano, al punto che non rimaneva mai nulla per i lavoratori. Un giorno, per dispetto, cambiò il riso con i vermicelli sperando, così, che il piatto sarebbe piaciuto di meno. Ma il trucco non funzionò e la fama della fideuá, successivamente, si diffuse quasi come quella della sorella maggiore, la paella.
Nella fideuá solitamente si mettono i crostacei e i pesci a polpa bianca, qui avrete la versione vegetariana. Visto il breve tempo di cottura, sicuramente è un piatto salvavita, potrete sfamare tanti ospiti senza dover stare tutto il giorno in cucina!

Per 3 porzioni

180 gr capellini spezzati
1 peperone rosso
100 gr fagiolini
1 pomodoro ramato
1/4 cipolla
1 spicchio d'aglio
1 cucchiaino colmo di paprica affumicata (Pimenton de la Vera)*
0,03 gr zafferano in pistillo
Olio extra vergine di oliva
Sale

Brodo vegetale:
1 carota
1 gambo di sedano
1 cipolla
1,5 l acqua circa
Sale grosso

Preparate il brodo vegetale mettendo tutti gli ingredienti in una pentola a fiamma media, con l'accortezza di mettere il sale solo quando l'acqua avrà preso il bollore. Abbassate la fiamma e tenetelo sempre caldo con una fiamma bassa per non farlo evaporare troppo. Può darsi che non vi occorra tutto il brodo, è sempre meglio averne di più.
Mettete lo zafferano in ammollo con mezzo mestolo di brodo. Tritate l'aglio e la cipolla finemente. Private il pomodoro dalla buccia e dai semi, quindi tagliatelo a minuscoli dadini.
Dividete il peperone a metà, levate il torsolo, i semi e i filamenti bianchi. Tagliate a dadini di 1 cm circa. Per dare un tocco Natalizio potete anche tagliarlo con un taglia biscotti a forma di stellina. Se non digerite bene il peperone, volendo, potete precedentemente sbucciarlo con l'aiuto di un pelapatate. Successivamente, tagliate i fagiolini a bastoncini di 1 cm circa.
Prendete una padella piatta di ferro o di inox con un diametro di 30 cm circa. Scaldate un po' di olio, sufficiente per velare il fondo della padella e fate appassire dolcemente la cipolla e l'aglio.
Unite i fagiolini assieme a un pizzico di sale e rosolate per un paio di minuti prima di aggiungere il pomodoro, il peperone e la paprica affumicata. Salate leggermente di nuovo e rosolate per altro paio di minuti. Aggiungete mezzo mestolo di brodo se vedete che le verdure stanno iniziando ad attaccarsi e le cipolle stanno dorando un po' troppo.
Distribuite i capellini spezzati omogeneamente su tutta la superficie della padella. Versate lo zafferano ammollato e aggiungete abbondante brodo fino a coprire i capellini di un centimetro di altezza.
Scuotete la padella, senza alzarla dalla fiamma, facendo un movimento circolare per distribuire meglio le verdure e i capellini. Lasciate a cuocere a fiamma media fino a quando il brodo sarà assorbito del tutto dalla pasta. Ci vorranno circa 5 minuti, ma dipende molto dalla grossezza della vostra pasta.
Assaggiate e valutate se vi piace la consistenza. Aggiungete ancora un filo di brodo se pensate sia ancora troppo al dente e proseguite fino a quando il liquido si sarà assorbito di nuovo.
Spegnete la fiamma, coprite la padella con un coperchio o un canovaccio pulito e inumidito e lasciate la fideuá a riposare per circa 10 minuti prima di servirla.


Note:
Come già accennato, potete usare la stessa ricetta per preparare la paella. Avrete però il bisogno di più brodo e più tempo per la cottura. Il riso usato per la paella è a chicco tondo, di una varietà che si chiama Bomba. Il riso originario nostrano è un buon sostituto.
La buona riuscita della fideuá e della paella si giudica dalla crosta, detta socarrat, che si crea sul fondo della padella. Dev'esserci per dare un sapore leggermente tostato ma non troppo; altrimenti saprà di bruciato.

*Pimentón de La Vera è una paprica affumicata D.O.P. della zona La Vera in Extremadura; fondamentale nella cucina spagnola per preparare tante pietanze della tradizione, incluse la paella e la fideuá. Si vende solitamente in latta o in un sacchetto di tessuto ed è disponibile in tre gradi di intensità; dulce (dolce), agrodulce (media) e picante (piccante). In Italia non è ancora molto diffusa ma si può trovare con facilità on-line.

venerdì 31 gennaio 2014

Uova sode al tè



Per noi Cinesi (dico noi perché lo sono per metà ;)), il cibo è celebrazione e preghiera. Mangiamo per festeggiare una riccorrenza importante e mangiamo per esprimere un desiderio al cielo. Bene, no??? :D Ciò che cuciniamo e consumiamo solitamente simbolizza una cosa specifica, può essere per via del suo colore, della sua forma o del suo nome che magari ricorda un'altra parola con un significato positivo (o negativo). Beh, oggi è il primo giorno dell'anno per il calendario lunare Cinese, quindi di desideri e speranze ce ne sono tanti! Se c'è una cosa che non manca mai sulla tavola di una famiglia Cinese durante una festa sono i tagliolini: la loro forma simbolizza una lunga vita, un augurio che va bene in qualsiasi situazione! Un altro alimento importante è l'uovo, considerato come simbolo di vita, di rinascita e di fertilità; è cosa buona, quindi, mangiarlo anche all'inizio dell'anno. Queste uova al tè in particolare si mangiano tradizionalmente proprio durante le celebrazioni del Capodanno Cinese, cioè oggi. Visto che non ve l'ho ancora detto un mese fa per l'anno nuovo gregoriano, ve lo dico ora, Gong Xi Fa Cai, Felice Anno Nuovo!!!

6 uova
1 l acqua
3 cucchiai tè nero Cinese (ho usato quello affumicato Lapsang Souchong)
60 ml salsa di soia
1 cucchiaio zucchero di canna
Buccia di mezza arancia
10 cm (10 gr) cannella in stecca
3 cm (30 gr) zenzero fresco, a fettine

Lavate le uova attentamente sotto l'acqua corrente. Ponetele adagio in un pentolino di acqua per evitare che si rompano e bollitele su una fiamma dolce per non far "ballare" troppo le uova. Spegnetela dopo 7 minuti dal bollore e togliete le uova dall'acqua.
Se non volete ustionarvi, aspettate un paio di minuti prima di creare delle crepe sul guscio colpendolo con il dorso di un coltello. Più crepe fate, migliore sarà il risultato, sia dal punto di vista estetico e sia di gusto, perché permetteranno al condimento di entrare.
In un altro pentolino, bollite 1 litro di acqua con il tè, la salsa di soia e le spezie. Aspettate circa 5 minuti dal bollore e inserite le uova. Assicuratevi che siano completamente immerse.
Spegnete la fiamma e lasciate a marinare nel "brodo" saporito per almeno 5-6 ore ma sarebbe meglio lasciarle per una notte intera. In questo modo, il colore e il sapore saranno più intensi.
A dire la verità, tradizionalmente, le nonne lasciavano queste uova a bollire per anche per 30-45 minuti! Ciò crea un effetto marmorizzato più bello ma, a mio avviso, diventano troppo dure! Valutate voi cosa fare! ;)

Si consumano così come sono, a temperatura ambiente, come uno spuntino fuori pasto o per accompagnare il riso e il congee, ovvero, la crema di riso che spesso mangiamo a colazione.